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To strip (strato zero)

2020, digital print on ecoflat, monotype with silver pigment, structure in aluminum bars, 300x400 cm.

Installation view at VIR-via Farini in residence Milano

Sedimentazione, Stratificazione, Frammentazione, Riscatto, Legame, questi sono i temi su cui si basa il progetto To Strip. Il primo punto su cui si focalizza è il legame latente che ognuno di noi ha con la propria terra, concetto trasposto dall’artista nella profonda ricerca che già attua sul rapporto uomo-oggetto. Quest’ultimo non è identificabile con la definizione che conosciamo ma ne assume la propria effettiva denominazione non appena nasce una forma di legame o meglio possessione tra l’uomo e l’oggetto. Da questo punto di vista l’artista in To Strip (Strato zero) affronta questo interrogativo in maniera diretta, cercando nei strati e sub-strati della terra qual’è il legame primordiale uomo-oggetto dove, l’oggetto discusso, è la propria terra d’origine.

Il concetto di stratificazione/ sedimentazione è il secondo punto che espleta il concept del progetto, il quale rappresenta per l’artista l’accumulo di informazioni e dati in maniera netta e decisa. Nello specifico la stratificazione dei terreni rocciosi acquisisce questo status appunto per labsua composizione. Ogni strato di terreno è circondato di informazioni che assimila giorno dopo giorno; questi dati, se è possibile definirli tali, rimangono memorizzati per poi essere coperti da altri strati contenenti altre informazioni e assimilazioni. L’azione di analizzare la terra, separarla e vivisezionarla rappresenta per l‘artista un modo di arrivare allo strato “zero” della materia rocciosa dove poter accedere alle informazioni più veritiere, ad un livello privo di contaminazioni. Tramite una selezione accurata di una linea di pixel, ripetuta fino alla fine della stampa, la fotografia viene striata e allungata presentando alla fine una striscia di pigmenti argentei stampati tramite l’uso del torchio. Il processo visivo dell’opera sottolinea la stratificazione quale simbolo (quasi ancestrale) del legame tra l’uomo e la propria terra.

L’opera pone l’attenzione sul ruolo che ha la sedimentazione del terreno nel rapporto tra la terra e l’artista stesso; sottolineando il peso/schiacciamento che ne subisce durante l’analisi di questo legame. La ripetizione, i livelli sovrapposti, gli inserti stampati e le rifrazioni digitali sono il risultato della ricerca ossessiva di qualcosa che, nonostante non si riesca a trovare, tende ad essere cercata sempre nello stesso luogo.

http://formeuniche.org/five-questions-vincenzo-zancana/

To strip (the once)

2020, UV printing on plexiglass, 3D printing, monotype on plexiglass, silver pigment, iron shelf, 120x75 cm

Installation view at VIR-via Farini in residence Milano

In To Strip (the once) l’immagine viene modificata tramite una selezione digitale accurata di una linea di pixel, ripetuta fino alla fine dell’opera. il collage digitale di texture e pareti rocciose viene striato e allungato presentando alla fine una stampa 3D che riporta il ritmo numerico della colonna di pixel. La fotografia si trasforma in scultura dove Il processo visivo dell’opera sottolinea il concetto di stratificazione quale simbolo (quasi ancestrale) del legame tra l’uomo e la propria terra.

To strip (the fragment)

2020, digital print on ecoflat, strucure in aluminium, 60 x 250 cm each

Installation view at VIR-via Farini in residence Milano

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